International Trade & Compliance Alert
April.15.2022
L’intervento militare russo in terra d’Ucraina ha determinato e sta determinando reazioni senza precedenti da parte di diversi Stati e Organizzazioni sovranazionali. Tra queste vi è una serie di misure sanzionatorie emanate a carico della Federazione Russa e della Bielorussia, di settori cruciali dell’economia, nonché di determinati individui e istituzioni russi e bielorussi[1].
Di seguito si provvede a fornire un aggiornamento sulle misure sanzionatorie da ultimo adottate, che vanno ad aggiungersi a quelle già analizzate nelle precedenti versioni della newsletter, pubblicate amarzo 2022.
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In aggiunta rispetto alle misure già adottate, il governo degli STATI UNITI D’AMERICA (nello specifico, l’Office of Foreign Assets Control od OFAC) ha disposto l’inserimento nella lista SDN di ulteriori individui (tra cui, ad esempio, i familiari del Presidente Vladimir Putin e del Ministro degli Esteri Sergey Lavrov), di società russe operanti nel settore della tecnologia nonché di due importanti banche russe (Sberbank e Alfa-Bank). Ulteriori designazioni sono state effettuate anche dal Bureau of Industry and Security o BIS, che ha inserito nella cosiddetta Entity List[2] 120 società russe e bielorusse[3].
Ancora, con Executive Order del Presidente degli Stati Uniti d’America di data 6 aprile 2022, sono state vietate le seguenti attività[4]:
Inoltre, in data 8 aprile 2022, il Presidente degli Stati Uniti d’America ha promulgato i seguenti provvedimenti:
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Anche l’UNIONE EUROPEA ha adottato ulteriori misure.[8]
Innanzitutto, sono state imposte misure restrittive nei confronti di ulteriori persone fisiche e giuridiche russe. Tra le persone fisiche inserite nell’elenco figurano oligarchi e imprenditori russi, alti funzionari del Cremlino, soggetti considerati promotori della disinformazione e della manipolazione delle informazioni, familiari di persone già sanzionate nonché alcune imprese che hanno supportato l’invasione dell’Ucraina per mezzo di propri prodotti o tecnologie.
Tra le persone giuridiche destinatarie di ulteriori misure sanzionatorie figurano anche quattro grandi banche russe (Otkritie FC Bank, Novikombank, Sovcombank e VTB Bank).
Inoltre, è stato previsto il divieto di:
È stata, inoltre, disposta l’estensione del divieto di accettare depositi da parte di persone fisiche o giuridiche russe per valori superiori a 100 mila euro anche ai portafogli di cripto-attività.
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Le misure dianzi succintamente riepilogate sono tanto ampie ed eterogenee da interessare, direttamente o indirettamente, un numero notevole di soggetti, ivi comprese molte società italiane, che dovranno d’ora in poi tenere in ancor maggior conto le implicazioni e i rischi correlati all’eventuale violazione di una o più disposizioni sanzionatorie.
Si ricorda che la violazione della disciplina in oggetto può comportare l’irrogazione, a carico del trasgressore, di severe sanzioni di natura civile e/o penale nonché l’inserimento del nominativo del trasgressore in una o più liste di soggetti destinatari di misure sanzionatorie (quale la sopra richiamata lista SDN), ciò che limiterebbe notevolmente la possibilità per quest’ultimo di operare con gli altri attori del mercato.
Evidentemente, le realtà aziendali più esposte all’operatività dei provvedimenti sopra richiamati sono quelle che hanno rapporti di qualsivoglia natura (import/export, societari, finanziari, ecc.) con attività di business, persone fisiche o giuridiche legate alla Federazione Russa: queste società dovrebbero, innanzitutto, procedere alla redazione e adozione di un Sanctions Compliance Program (laddove non avessero già provveduto in tal senso, nel qual caso si imporrebbe, comunque, quantomeno un’attività di aggiornamento).
L’opportunità di procedere alla redazione e adozione di un Sanctions Compliance Program, peraltro, dovrebbe essere valutata anche da molte altre realtà societarie, considerato che l’esperienza (non solo degli ultimi giorni, ma degli ultimi mesi e anni) evidenzia come lo strumento delle misure sanzionatorie stia acquisendo in generale un ruolo sempre maggiore nel panorama internazionale e possa esplicare effetti in relazione ai più disparati ambiti e settori.
Restiamo, ovviamente, a piena disposizione per qualsiasi chiarimento o approfondimento in merito all’oggetto.
[1] Di seguito, si analizzano le principali misure adottate dagli Stati Uniti d’America e dall’Unione europea, ma sanzioni contro la Federazione Russa sono state adottate anche da altri Paesi (quali Canada, Svizzera, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Taiwan e Corea del Sud).
[2] Tale lista contiene un elenco di persone fisiche e giuridiche soggette a restrizioni commerciali che consistono, in particolare, nella necessità di richiedere al BIS specifiche licenze per l’esportazione, la riesportazione e/o il trasferimento di determinati articoli dual-use (ovverosia che, pur se principalmente tesi a scopi civili, possono trovare impiego anche in ambito militare).
[3] Si segnala, inoltre, che, in data 31 marzo 2022, il Segretario del Tesoro degli USA ha emesso una determinazione che autorizza l’adozione di sanzioni contro persone che operano nei settori aerospaziale, elettronico e marittimo dell’economia russa.
[4] Si precisa che, come chiarito dall’Executive Order, i divieti ivi previsti non si applicano alle transazioni relative alla conduzione degli affari ufficiali del governo federale o delle Nazioni Unite.
[5] Per tali intendendosi: i cittadini statunitensi e stranieri residenti in via permanente, ovunque si trovino, entità giuridiche organizzate secondo il diritto statunitense, comprese le loro filiali estere, nonché individui ed entità effettivamente ubicati, anche temporaneamente, negli USA.
[6] Prima di tale modifica, il potere accordato al Presidente degli Stati Uniti d’America aveva quale data di scadenza il 23 dicembre 2022.
[7] In particolare, con tale Executive Order è stato disposto – inter alia – il divieto di importazione negli USA dei seguenti prodotti di origine russa: petrolio greggio, petrolio, combustibili petroliferi, oli e prodotti della loro distillazione, gas naturale liquefatto, carbone e prodotti del carbone.
[8] REGOLAMENTO (UE) 2022/580 del Consiglio, dell’8 aprile 2022, che modifica il regolamento (UE) n. 269/2014, concernente misure restrittive relative ad azioni che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina; REGOLAMENTO di esecuzione (UE) 2022/581 del Consiglio, dell’8 aprile 2022, che attuail REGOLAMENTO (UE) n. 269/2014 concernente misure restrittive relative ad azioni che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina; DECISIONE (PESC) 2022/582 del Consiglio, dell’8 aprile 2022, che modifica la decisione 2014/145/ PESC concernente misure restrittive relative ad azioni che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina; REGOLAMENTO (UE) 2022/576 del Consiglio, dell’8 aprile 2022, che modifica il regolamento (UE) n. 833/2014 concernente misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina; REGOLAMENTO (UE) 2022/577 del Consiglio, dell’8 aprile 2022, che modifica il regolamento (CE) n. 765/2006 concernente misure restrittive in considerazione della situazione in Bielorussia e del coinvolgimento della Bielorussia nell’aggressione russa contro l’Ucraina; DECISIONE (PESC) 2022/578 del Consiglio, dell’8 aprile 2022, che modifica la decisione 2014/512/ PESC concernente misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina; DECISIONE (PESC) 2022/579 del Consiglio, dell’8 aprile 2022, che modifica la decisione 2012/642/ PESC, relativa a misure restrittive in considerazione della situazione in Bielorussia e del coinvolgimento della Bielorussia nell’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina.
[9] È stata, tuttavia, prevista una serie di deroghe a tale divieto, tra le quali, ad esempio, l’aggiudicazione e la prosecuzione di contratti destinati all’acquisto, all’importazione o al trasporto di gas naturale e di petrolio, compresi i prodotti petroliferi raffinati, nonché di titanio, alluminio, rame, nichel, palladio e minerali di ferro da o attraverso la Federazione Russa nell’Unione europea o, ancora, di contratti destinati alla fornitura di beni o servizi strettamente necessari che possono essere forniti soltanto da soggetti russi.
[10] Tale divieto non si applica all’esecuzione, fino al 10 agosto 2022, di contratti conclusi prima del 9 aprile 2022 o di contratti accessori necessari per l’esecuzione di tali contratti.
[11] Tale divieto si applica alle navi che sono passate dalla bandiera o dalla registrazione russa alla bandiera o alla registrazione di qualsiasi altro Stato dopo il 24 febbraio 2022.