International Trade & Compliance Alert
March.21.2022
L’intervento militare russo in terra d’Ucraina ha determinato e sta determinando reazioni senza precedenti da parte di diversi Stati e Organizzazioni sovranazionali. Tra queste vi è una serie di misure sanzionatorie emanate a carico della Federazione Russa e della Bielorussia, di settori cruciali dell’economia, nonché di determinati individui e istituzioni russi e bielorussi [1].
Di seguito si provvede a fornire un aggiornamento sulle misure sanzionatorie da ultimo adottate, che vanno ad aggiungersi a quelle già analizzate nella nostra precedente newsletter.
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In aggiunta rispetto alle misure già adottate, il governo degli STATI UNITI D’AMERICA (nello specifico, il Bureau of Industry and Security o BIS) ha, innanzitutto, disposto l’estensione alla Bielorussia delle restrizioni in materia di export controls adottate contro la Federazione Russa.
Inoltre, l’Office of Foreign Assets Control statunitense (OFAC) ha disposto l’inserimento nella lista SDN di ulteriori individui (tra cui, imprenditori e oligarchi russi e il presidente bielorusso Alyaksandr Lukashenka) nonché di società russe operanti nel settore della difesa e dell’informazione.
Ancora, con Executive Order del Presidente degli Stati Uniti d’America di data 8 marzo 2022, sono state vietate le seguenti attività relative al settore dell’energia:
Con il medesimo intento di colpire l’industria russa del petrolio, il BIS ha introdotto ulteriori restrizioni sull’esportazione, la riesportazione e il trasferimento nella Federazione Russa di una serie di elementi necessari per la raffinazione del petrolio.
È stata, altresì, disposta la chiusura dello spazio aereo statunitense a vettori e operatori aerei russi, aeromobili russi o di proprietà di persone fisiche o giuridiche russe identificate in un’apposita lista dell’International Trade Administration.
Inoltre, con Executive Order del Presidente degli Stati Uniti d’America di data 11 marzo 2022, sono state vietate le seguenti attività:
Inoltre, con il presente Executive Order, il Presidente degli Stati Uniti d’America ha autorizzato il Segretario del Tesoro statunitense a vietare nuovi investimenti in qualsiasi settore dell’economia russa.
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Anche l’UNIONE EUROPEA ha adottato ulteriori provvedimenti sanzionatori [4].
In particolare, è stato previsto il divieto:
Sono state, inoltre, vietate (i) le attività di radiodiffusione nell’UE degli organi di informazione Sputnik e Russia Today e (ii) le attività di vendita, fornitura, trasferimento ed esportazione, in via diretta o indiretta, di beni e tecnologie per la navigazione marittima, anche non originari dell’Unione europea, a qualsiasi persona fisica o giuridica, entità o organismo nella Federazione Russa o per un qualsiasi uso nella stessa o per la collocazione a bordo di una nave battente bandiera russa.
Infine, è stato esteso il novero delle persone fisiche e giuridiche assoggettate ai divieti già introdotti relativi ai servizi di investimento, ai valori mobiliari (i quali – si è chiarito – includono anche valori sotto forma di cripto-attività), agli strumenti del mercato monetario e ai prestiti.
Da ultimo, l’Unione europea ha adottato, in data 15 marzo 2022, un ulteriore pacchetto di provvedimenti sanzionatori contro la Federazione Russa [5].
In particolare, sono state imposte misure restrittive nei confronti di altre persone fisiche e giuridiche russe. Tra le persone fisiche inserite nell’elenco figurano oligarchi di primo piano, quali Roman Abramovich e German Khan, imprenditori di spicco operanti in settori economici chiave, quali la siderurgia, l’energia, il settore bancario, i media, i prodotti militari e dual use, nonché alcuni lobbisti e propagandisti. Le persone giuridiche sanzionate comprendono società nei settori militare, dell’aviazione, di prodotti dual use, della cantieristica navale e della costruzione di macchinari.
Inoltre, i nuovi provvedimenti sanzionatori prevedono:
In considerazione del sostegno prestato all’aggressione militare russa nei confronti dell’Ucraina, l’Unione europea ha adottato una serie di misure sanzionatorie anche nei confronti della Bielorussia.
In particolare, oltre a diverse misure restrittive nei confronti di alcuni membri di alto livello del personale militare bielorusso, il Consiglio europeo ha sancito il divieto di effettuare scambi di beni usati per la produzione o la fabbricazione di prodotti del tabacco, combustibili minerali, sostanze bituminose e idrocarburi gassosi, prodotti a base di cloruro di potassio, prodotti in legno, prodotti di cemento, prodotti siderurgici e prodotti in gomma.
Sono state, inoltre, imposte ulteriori restrizioni sulle esportazioni di beni e tecnologie dual use e di determinati beni e tecnologie avanzati in grado di contribuire allo sviluppo dei settori militare, tecnologico, della difesa e della sicurezza della Bielorussia, unitamente a restrizioni sulla prestazione di servizi connessi.
Infine, sono state introdotte anche restrizioni di natura finanziaria nei confronti della Bielorussia. In particolare:
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In risposta alle misure restrittive adottate a livello internazionale, la FEDERAZIONE RUSSA ha comunicato l’adozione di alcune contro-sanzioni.
In particolare, la Federazione Russa ha stilato una lista di “Paesi ostili”, tra i quali è annoverata anche l’Italia. La lista include i seguenti Paesi: Albania, Andorra, Australia, Gran Bretagna, Stati membri dell’Unione europea, Islanda, Canada, Liechtenstein, Micronesia, Monaco, Nuova Zelanda, Norvegia, Corea del Sud, San Marino, Macedonia del Nord, Singapore, Stati Uniti, Taiwan, Ucraina, Montenegro, Svizzera e Giappone.
Tra le conseguenze dell’inclusione nella suddetta lista vi è che qualsiasi debito contratto dal governo, dai cittadini e dalle imprese russe nei confronti di creditori stranieri di Paesi ostili potrà essere ripagato soltanto in rubli (e non, invece, nella diversa valuta prevista nei relativi accordi). Tale nuova previsione si applica a tutti i pagamenti superiori a 10 milioni di rubli al mese.
Inoltre, la Federazione Russa ha adottato altre contro-sanzioni, quali, ad esempio, l’imposizione di sanzioni su una serie di componenti del governo statunitense (ivi incluso il Presidente statunitense Joe Biden) nonché divieti relativi alla concessione di finanziamenti a persone fisiche o giuridiche straniere.
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Le misure dianzi succintamente riepilogate sono tanto ampie ed eterogenee da interessare, direttamente o indirettamente, un numero notevole di soggetti, ivi comprese molte società italiane, che dovranno d’ora in poi tenere in ancor maggior conto le implicazioni e i rischi correlati all’eventuale violazione di una o più disposizioni sanzionatorie.
Si ricorda che la violazione della disciplina in oggetto può comportare l’irrogazione, a carico del trasgressore, di severe sanzioni di natura civile e/o penale nonché l’inserimento del nominativo del trasgressore in una o più liste di soggetti destinatari di misure sanzionatorie (quale la sopra richiamata lista SDN), ciò che limiterebbe notevolmente la possibilità per quest’ultimo di operare con gli altri attori del mercato.
Evidentemente, le realtà aziendali più esposte all’operatività dei provvedimenti sopra richiamati sono quelle che hanno rapporti di qualsivoglia natura (import/export, societari, finanziari, ecc.) con attività di business, persone fisiche o giuridiche legate alla Federazione Russa: queste società dovrebbero, innanzitutto, procedere alla redazione e adozione di un Sanctions Compliance Program (laddove non avessero già provveduto in tal senso, nel qual caso si imporrebbe, comunque, quantomeno un’attività di aggiornamento).
L’opportunità di procedere alla redazione e adozione di un Sanctions Compliance Program, peraltro, dovrebbe essere valutata anche da molte altre realtà societarie, considerato che l’esperienza (non solo degli ultimi giorni, ma degli ultimi mesi e anni) evidenzia come lo strumento delle misure sanzionatorie stia acquisendo in generale un ruolo sempre maggiore nel panorama internazionale e possa esplicare effetti in relazione ai più disparati ambiti e settori.
Restiamo, ovviamente, a piena disposizione per qualsiasi chiarimento o approfondimento in merito all’oggetto.
[1] Di seguito, si analizzano le principali misure adottate dagli Stati Uniti d’America e dall’Unione europea, ma sanzioni contro la Federazione Russa sono state adottate anche da altri Paesi (quali Canada, Svizzera, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Taiwan e Corea del Sud).
[2] Per tali intendendosi: i cittadini statunitensi e stranieri residenti in via permanente, ovunque si trovino, entità giuridiche organizzate secondo il diritto statunitense, comprese le loro filiali estere, nonché individui ed entità effettivamente ubicati, anche temporaneamente, negli USA
[3] In proposito, si noti che il BIS ha attuato tale nuovo divieto adottando una generale politica di rifiuto rispetto alle richieste di licenza per tutte le esportazioni, riesportazioni e tutti i trasferimenti di “beni di lusso” verso o all’interno della Federazione Russa o della Bielorussia e verso alcuni soggetti russi o bielorussi sanzionati dall’OFAC. I “beni di lusso” includono: alcune bevande alcoliche, prodotti del tabacco, profumi e cosmetici, articoli in pelle, abbigliamento, calzature, gioielli, motori, orologi, automobili, motociclette e opere d’arte.
[4] REGOLAMENTO (UE) 2022/345 DEL CONSIGLIO del 1 marzo 2022 che modifica il regolamento (UE) n. 833/2014 concernente misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina; DECISIONE (PESC) 2022/346 DEL CONSIGLIO del 1 marzo 2022 che modifica la decisione 2014/512/PESC concernente misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina; DECISIONE (PESC) 2022/351 DEL CONSIGLIO del 1 marzo 2022 che modifica la decisione 2014/512/PESC concernente misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina; REGOLAMENTO (UE) 2022/355 DEL CONSIGLIO del 2 marzo 2022 che modifica il regolamento (CE) n. 765/2006 concernente misure restrittive in considerazione della situazione in Bielorussia; DECISIONE (PESC) 2022/356 DEL CONSIGLIO del 2 marzo 2022 che modifica la decisione 2012/642/PESC, relativa a misure restrittive in considerazione della situazione in Bielorussia; REGOLAMENTO (UE) 2022/394 DEL CONSIGLIO del 9 marzo 2022 che modifica il regolamento (UE) n. 833/2014 concernente misure restrittive in considerazione di azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina; DECISIONE (PESC) 2022/395 DEL CONSIGLIO del 9 marzo 2022 che modifica la decisione 2014/512/PESC concernente misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina; REGOLAMENTO (UE) 2022/398 DEL CONSIGLIO del 9 marzo 2022 che modifica il regolamento (CE) n. 765/2006 del Consiglio concernente misure restrittive in considerazione della situazione in Bielorussia e del coinvolgimento della Bielorussia nell’aggressione russa contro l’Ucraina; DECISIONE (PESC) 2022/399 DEL CONSIGLIO del 9 marzo 2022 che modifica la decisione 2012/642/PESC relativa a misure restrittive in considerazione della situazione in Bielorussia e del coinvolgimento della Bielorussia nell’aggressione russa contro l’Ucraina.
[5] REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2022/427 del Consiglio, del 15 marzo 2022, che attua il regolamento (UE) n. 269/2014 concernente misure restrittive relative ad azioni che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina; DECISIONE (PESC) 2022/429 DEL CONSIGLIO del 15 marzo 2022 che modifica la decisione 2014/145/PESC concernente misure restrittive relative ad azioni che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina; REGOLAMENTO (UE) 2022/428 DEL CONSIGLIO del 15 marzo 2022 che modifica il regolamento (UE) n. 833/2014 concernente misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina; DECISIONE (PESC) 2022/430 DEL CONSIGLIO del 15 marzo 2022 che modifica la decisione 2014/512/PESC concernente misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina.
[6] In particolare, si tratta delle seguenti imprese: OPK Oboronprom, Corporazione Aeronautica Unita (United Aircraft Corporation), Uralvagonzavod, Rosneft, Transneft, Gazprom Neft, Almaz-Antey, Kamaz, Rostec (Corporazione Statale Russa Per La Tecnologia – Russian Technologies State Corporation), PO Sevmash JSC (JSC PO Sevmash), Sovcomflot, Corporazione Cantieristica Unita (United Shipbuilding Corporation).
[7] In particolare, il divieto riguarda i seguenti beni di lusso: cavalli, caviale, tartufi, vini e altre bevande contenenti alcole di distillazione, sigari e sigaretti, profumi di lusso e prodotti di cosmetica, pelletteria, selleria, articoli da viaggio, borsette e articoli simili di alta qualità, capi di abbigliamento, tappeti e arazzi, articoli di gioielleria o oreficeria, monete e banconote non aventi corso legale, articoli di coltelleria di metalli preziosi, vasellame di porcellana, di gres, di maiolica o di terraglia, articoli di cristallo al piombo, dispositivi elettronici per uso domestico di valore superiore a 750 euro, apparecchi elettrici/elettronici od ottici per la registrazione e la riproduzione di suoni e immagini di valore superiore a 1.000 euro, veicoli, escluse le ambulanze, per il trasporto terrestre, aereo o marittimo di persone, di valore unitario superiore a 50.000 euro, comprese teleferiche, seggiovie, sciovie, meccanismi di trazione per funicolari, motociclette, di valore unitario superiore a 5.000 euro, loro accessori e pezzi di ricambio, orologi e loro parti, strumenti musicali di valore superiore a 1.500 euro, oggetti d’arte, da collezione o di antichità, articoli sportivi, articoli per gioco d’azzardo.